Per rendere ancora più efficaci le parole dell’articolo 19 della Convenzione Onu sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza a cui il progetto si ispira, tutti i partner di Comunit-Azione sono stati coinvolti in un percorso di formazione e di riflessione sul tema della tutela dei minori dagli abusi e dai maltrattamenti.
Cosa recita l’art 19 della CRC
Gli Stati parti adottano ogni misura legislativa, amministrativa, sociale ed educativa per tutelare il fanciullo contro ogni forma di violenza, di oltraggio o di brutalità fisiche o mentali, di abbandono o di negligenza, di maltrattamenti o di sfruttamento, compresa la violenza sessuale, per tutto il tempo in cui è affidato all’uno o all’altro, o ad entrambi i suoi genitori, al suo rappresentante legale (o rappresentanti legali), oppure ad ogni altra persona che ha il suo affidamento.
Quali sono i doveri e le responsabilità degli adulti – dagli educatori agli insegnanti alla Pubblica amministrazione – che lavorano con bambini e adolescenti dentro e fuori la scuola? Come si riconosce una situazione di abuso? E che cosa si deve fare quando la si intercetta? Rispondendo a queste domande, abbiamo riflettuto con i partner sulle competenze necessarie per riconoscere, prevenire, segnalare e rispondere a situazioni di abuso. Abbiamo anche lavorato sul rafforzamento della consapevolezza di un fenomeno ancora oggi nascosto e sottostimato, così da investire soprattutto sulla prevenzione, che può contribuire nel lungo periodo a ridurre ogni forma di violenza nei confronti dei minori e non soltanto a riparare i suoi danni.
Mettendo in comune lezioni apprese da esperienze precedenti in ciascuno dei 7 Comuni, abbiamo redatto una Policy comunitaria, ovvero una dichiarazione d’intenti che ci guiderà a disegnare per i bambini e gli adolescenti un ambiente protetto e positivo, capace di tutelarne i diritti.
Un fenomeno sottostimato ma diffuso: un po’ di numeri
La scuola è per eccellenza luogo protetto e sicuro, per questo crediamo che sia nostra responsabilità creare le condizioni perché gli adulti che ci lavorano abbiano una buona conoscenza del fenomeno dell’abuso e del maltrattamento ai danni dell’infanzia.
Le statistiche ci rivelano che i minori subiscono violenze in tutte le fasi dell’infanzia e dell’adolescenza, in contesti diversi, e spesso per mano degli individui fidati con cui interagiscono quotidianamente. In Italia sono circa 100.000 i bambini e gli adolescenti presi in carico dai servizi sociali perché vittime di una qualche forma di maltrattamento [Terre des Hommes, CISMAI (2015)]. Il maltrattamento ha tante forme: la più ricorrente è la trascuratezza materiale e/o affettiva (47,1% dei casi), seguita dalla “violenza assistita” (19,4%) (cioè l’esposizione, occasionale o ripetuta, diretta o indiretta, di un bambino ad atti di violenza fisica, verbale, psicologica, sessuale o economica, su adulti o minori) e dal maltrattamento psicologico (13,7%). Tali cifre si riferiscono solo ai casi emersi, rilevati e segnalati; ma sappiamo che la violenza sui bambini è ancora sostanzialmente sommersa, tanto che l’Ufficio regionale per l’Europa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima il rapporto fra casi emersi e casi non emersi in circa 1 a 9.
Il fenomeno del maltrattamento ha un rilevante impatto non solo sulla vita delle persone, ma anche sullo Stato e sulla società: nel 2002 il Primo rapporto su violenza e salute dell’OMS ha affermato che la violenza rappresenta uno dei principali problemi di salute pubblica nel mondo dopo la morte e la disabilità.
Prevenire la violenza contro i bambini richiede un cambiamento importante, soprattutto laddove le sue pratiche sono ancora considerate come accettabili. In Italia, se si guarda alle misure adottate per prevenire e/o contrastare forme di maltrattamento minorile, emerge la persistenza di forti disparità tra il Nord e il Sud. Secondo i dati forniti dal Rapporto LiberiTutti realizzato da CESVI nel 2018, la prima regione per capacità di prevenzione e contrasto del maltrattamento sui bambini è l’Emilia Romagna, seguita dal Veneto e dal Friuli-Venezia Giulia. Tra le regioni con l’indice complessivo più basso, invece, ci sono la Campania, la Calabria, la Sicilia, la Puglia e la Basilicata. La Campania è in coda alla classifica, ultima sia nell’indice sui fattori di rischio che in quello su servizi e politiche.
Il maltrattamento sui bambini è la conseguenza ultima di una situazione di disagio che coinvolge le figure genitoriali e il contesto familiare, ambientale e sociale nel quale i bambini crescono. I bambini e le bambine sono infatti maltrattati soprattutto nell’ambiente che più di tutti dovrebbe garantire loro sicurezza e protezione. Tra il 60% e il 70% dei bambini/e tra i 2 e i 14 anni di età ha vissuto episodi di violenza in casa. La violenza contro i bambini in tutte le sue forme, dallo schiaffo di un genitore alle avance sessuali indesiderate di un pari, è dannosa, moralmente indifendibile e viola i diritti umani fondamentali di ogni bambino.
Per approfondire:
La comunità educante al lavoro per creare una Policy comunitaria di promozione e garanzia dei diritti dei minori: Rivoli si racconta – Il racconto a quattro mani di com’è andato il confronto tra i partner nel Comune di Rivoli